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Valutazione rischio rumore: quand’è obbligatoria?

11 Mar 2022
Valutazione rischio rumore: quand’è obbligatoria?

VALUTAZIONE RISCHIO RUMORE: QUAND’È OBBLIGATORIA?

 

Valutazione rischio rumore: di cosa di tratta?

La valutazione rischio rumore, chiamata anche fonometria, individua la presenza di fonti acustiche sul luogo di lavoro che possono mettere a rischio la salute dei lavoratori esposti.

 

Infatti, il rischio rumore rappresenta un elemento di criticità, il più delle volte sottovalutato, ma che spesso espone i lavoratori ad infortuni sul lavoro e al rischio di malattie professionali.

 

Gli effetti lesivi sulla salute che il rumore può causare sono numerosi: l'ipoacusia è la malattia più comune e consiste in una diminuzione della capacità uditiva che può portare fino alla perdita totale dell'udito.

 

Ma il rumore può provocare anche altri problemi quali: fatica mentale, interferenze sul sonno e sul riposo e minore efficienza nel rendimento lavorativo. 


Ecco dunque spiegata l'importanza di predisporre una valutazione rischio rumore professionale e mirata alle condizioni del luogo di lavoro specifico.

 

 

Rischio rumore: cosa deve essere riportato nel DVR?

L'articolo 190 del D.Lgs 81/2008 impone al datore di lavoro di eseguire una valutazione del rumore all'interno della propria azienda al fine di individuare eventuali rischi per i dipendenti.

 

Il datore di lavoro deve inserire tale prospetto all'interno del DVR aziendale tenendo in considerazione alcuni aspetti:

  1. Il livello, il tipo e la durata dell’esposizione.
  2. I valori inferiore e superiore di azione pari a 80 e 85 dB.
  3. Il valore limite di esposizione pari a 87 dB.
  4. Gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori esposti.
  5. Le misure preventive da adottare (formazione, addestramento, turnazione del personale, sorveglianza sanitaria, etc).
  6. Le misure protettive più idonee (DPI per l’udito o otoprotettori).

 

 

Quand'è obbligatoria la valutazione rischio rumore?

Come già anticipato, la valutazione del rumore deve confluire nel DVR di cui è responsabile il datore di lavoro.


L'obbligatorietà di tale valutazione segue dunque quella del DVR e riguarda tutte le aziende che hanno almeno 1 dipendente o collaboratore esposto a fonti di rumore.

 

L’art.181 comma 2 del D. Lgs. 81/08 precisa che “la valutazione dei rischi derivanti da esposizioni ad agenti fisici è programmata ed effettuata con cadenza almeno quadriennale”.

 

L'esito di tale valutazione viene riportato nei seguenti documenti:

  1. Piano Operativo della Sicurezza (POS);
  2. Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC);
  3. Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenti (DUVRI).

 

L'aggiornamento della valutazione deve essere effettuato nel caso in cui:

  1. vengano introdotti nuovi macchinari;
  2. aumenti l'usura dei macchinari con un aumento del grado di rumorosità degli stessi;
  3. vengano effettuate delle modifiche dei processi lavorativi, con conseguente variazione dei livelli di esposizione al rumore.

 

Come viene effettuata la valutazione rischio rumore?

Per eseguire tale valutazione, il datore di lavoro dovrà rivolgersi ad un tecnico qualificato.

In base alla gravità di rischio, si distinguono due casi:

  1. Valutazione del rischio rumore senza misurazioni, attraverso l’ausilio dei dati presenti in letteratura.
  2. Valutazione del rischio rumore con misurazioni fonometriche, attraverso particolari rilevazioni acustiche che tengono in considerazione diversi fattori presenti sul luogo di lavoro.

 

La valutazione strumentale viene compiuta con fonometri, ovvero strumenti in grado di quantificare i livelli di decibel nell’arco temporale delle otto ore lavorative.

 

Team Sekure

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